Nutrition
Caso clinico 1
L'obesità è definita dall' O.M.S. come condizione di eccessivo accumulo di grasso corporeo tale da
rappresentare un rischio per la salute e viene considerata una delle maggiori emergenze socio-sanitarie
del pianeta.
I dati forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano in 1,9 miliardi il numero di adulti in
sovrappeso nel 2014, tra cui oltre 600 milioni di obesi. La patologia è più che raddoppiata rispetto ai dati
del 1980.
Mentre fino a pochi anni erano colpite soprattutto le aree più ricche del globo, come Europa e
Stati Uniti, paese dove il 60 % degli adulti è in sovrappeso o francamente obeso, attualmente l'incidenza è
in aumento anche nei paesi a basso e medio reddito, dove colpisce in particolare le aree urbane e sub-
urbane.
Una delle cause è la conversione da parte di queste fasce di popolazione ai modelli dietetici
occidentali, le cosiddette western-diet,
caratterizzate da alimenti ricchi di grassi saturi e carboidrati
raffinati, e nello stesso tempo l'abbandono di abitudini alimentari tradizionali e più salutari .
La patologia è dovuta ad uno squilibrio tra apporto calorico e dispendio energetico e si classifica in tre stadi
di gravità, Il primo dei quali è definito da un body Mass Index (BMI) o Indice di massa corporea uguale o
superiore a 30. E' considerata condizione di rischio in quanto può essere associata a patologie
metaboliche, cardiovascolari, nefrologiche, cronico-degenerative , polmonari, nonché ad un maggiore
rischio di andare incontro a morte prematura.
Le opzioni terapeutiche sono individuate in base alla presenza o meno di comorbilità e/o complicanze.
Attualmente le indicazioni nella obesità non complicata puntano alle modificazione dello stile di vita, e
coniugano l' adesione ad un regime alimentare a ridotto introito calorico all' incremento dell'attività fisica.
Nonostante la diffusione di campagne sanitarie volte a promuovere un corretto lifestyle i risultati sono
inferiori alle aspettative e il problema della mancata compliance alle terapie dietetiche rimane molto alto.
La gestione terapeutica della obesità complicata è complessa, e si avvale dell'utilizzo di farmaci specifici,
che tuttavia presentano un profilo di sicurezza non sufficientemente consolidato rispetto all'utilizzo
cronico richiesto. Nei casi più gravi si fa ricorso alla chirurgia bariatrica, considerata l'intervento d'elezione
nelle condizioni più critiche.
Nell'approccio a questa patologia le medicine complementari possono svolgere un ruolo importante e tra
questel'agopuntura.
I dati in letteratura dimostrano nei pazienti che si avvalgono di questi trattamenti una
migliore aderenza alle terapie dietetiche insieme ad una riduzione di valori come BMI, diminuzione di peso
corporeo, e normalizzazione dei profili glicemici e lipidici.
La MTC riconosce l'obesita come sintomo di una disfunzione energetica correlata sia ad errori alimentari
ma anche a fattori emotivi. Gli organi coinvolti sono milza, stomaco, fegato, rene.
Alla base vi è un disturbo
del Qi o uno squilibrio tra Yin e Yang con accumulo di sostanze come flegma e umidità e la terapia degli
agopunti si è dimostrata utile a ripristinare l'equilibrio energetico
Studi compiuti su animali hanno dimostrato che i peptidi correlati all'obesità erano downregolati a livello
ipotalamico dopo trattamento di agopuntura e questo conduceva a minore assunzione di cibo nell'animale.
Sono state osservate in seguito a trattamenti di elettroagopuntura anche diminuzioni significative dei livelli
di leptina plasmatica, e si è evidenziato un miglioramento del fenomeno dell'insulino-resistenza.
Rispetto
all'assetto lipidico è stata confermata l'efficacia del trattamento degli agopunti nella riduzione dei valori di
colesterolo tot, dell'LDL e dei trigliceridi in studi su ratti obesi.
Una pubblicazione recente ha revisionato tutta la letteratura medica a disposizione in lingua inglese e
cinese negli ultimi anni e fino al 2017 attraverso una meta-analisi di rete baynesiana per verificare
l'efficacia dell'utilizzo dell'agopuntura nell'obesità. In questo articolo sono stati presi in considerazione solo
gli studi clinici controllati randomizzati che includevano pazienti con obesità semplice e che avevano
ricevuto trattamenti come agopuntura classica, auricolare, elettroagopuntura, moxibustione, catgut
acupoint, sia in trattamenti separati che combinati insieme tra loro. Sono stati analizzati 34 studi
randomizzati con un totale di 2283 partecipanti coinvolti di età compresa dai 15 ai 70 anni
La ricerca ha esplorato tre database internazionali (Pubmed, Medline e Chocraine librarie) ed ha estratto
dati inerenti il tipo di intervento eseguito, il numero e le caratteristiche di pazienti coinvolti, i tipi di
interventi utilizzati dal medico agopuntore in termini di frequenza di sedute, i punti trattati cosi come gli
outcome clinici registrati.
I risultati hanno confermato l'efficacia dei trattamenti di agopuntura. Da una metanalisi a coppie è emerso
che l'unione di agopuntura manuale e terapie correlate ( elettragopuntura, auricoloterapia, moxibustione,
catgut acupoint ) portava a risultati migliori sulla riduzione del peso corporeo rispetto all'utilizzo degli
interventi stile di vita e placebo combinati insieme.. Inoltre confrontato al solo intervento di agopuntura
l'associazione di terapie correlate e agopuntura conduceva ad una maggiore diminuzione ponderale. Non è
stata rilevata una differenza statisticamente significativa tra intervento farmacologico e l'unione di
agopuntura e stili di vita rispetto alla riduzione del valore del BW.
Anche in relazione al valore di BMI l'agopuntura associata alle terapie correlate si è dimostrata più efficace
rispetto all' intervento mirato esclusivamente allo stile di vita.
Da un' analisi più dettagliata riguardo la perdita di peso la combinazione di agopuntura e terapia correlate
ha dato i risultati migliori (88,7%), seguita dalla moxibustione con ago riscaldante (87,8), seguita dalla sola
agopuntura manuale (70,5%,) seguita dal catgut acupoint (62,1% ) e dall'agopuntura auricolare (48,3%)
dall'elettroagopuntura (46,3%) e poi terapia farmacologica(41,9%), agopuntura e modificazione stili di
vita (31,2%) seguita dalla sham agopuntura (16.8%) e la sola modificazione dello stile di vita ha ottenuto il
risultato peggiore (6,4%).
Per quanto riguarda il valore del BMI, la combinazione di agopuntura e terapie correlate si è confermata il
metodo ottimale, (90,2%), seguita da agopuntura manuale (83,3%), farmacoterapia (64,7%), catgut
acupoint ( 58,6%), stimolazione auricolare (55,7%), elettroacupuntura (52,1%), agopuntura placebo /
shamagopuntura (25,1%), modificazione dello stile di vita combinato con agopuntura (16,9%) e anche in
questo caso la modificazione dello stile di vita (3,4%) ha ottenuto la percentuale più bassa
Gli agopunti trattati più frequentemente negli studi analizzati sono stati:
nell' EAV ST 36, ST37, St39, ST 44, ST25; LI11, LI4, ST40, CV6, CV3, CV12, PC6, SP10, SP6
nell'agopuntura classica: CV4,CV12, CV9, ST36, ST37, ST34 , ST 39, ST44,ST40, ST25,SP15, SP6, kI6,
e nell'agopuntura auricolare: shenmen (TF4), Endocrino (CO18) Milza (C013) Stomaco (CO4), Dachang
(CO7), Sanjiao (CO17)
Pur tenendo conto dei limiti presenti in ogni pubblicazione che esamina studi basati su “protocolli”
terapeutici riproducibili, che non tengono conto delle differenze individuali fondamentali per una corretta
diagnosi e terapia in MTC, i risultati emersi sono molto incoraggianti.
Attualmente le raccomandazioni divulgate dalle società scientifiche per contrastare l'obesità non
complicata sono incentrate quasi esclusivamente sulle modifiche degli stili di vita e portano ad outcome
insufficienti. Gli studi analizzati in questa metanalisi dimostrano che l'utilizzo dell'agopuntura e delle
terapie correlate possono rappresentare un valido strumento nella gestione di questa patologia. L'obiettivo
auspicabile è la ricerca di un dialogo proficuo tra la nostra medicina ufficiale e una medicina più funzionale
quale è la MTC al fine di trovare soluzioni terapeutiche di maggiore efficacia nell'individuare un percorso di
cura mirato e maggiormente rispettoso dell'individualità di ogni paziente.
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Nature vs. Nurture
Caso clinico 2
Donna 40 anni
Il motivo che la porta a visita è la ricerca di una gravidanza.
Ci ha provato più volte negli ultimi due anni, da quando vive un rapporto di coppia stabile
In anamnesi tre aborti in questi ultimi anni.
In uno c’è stata interruzione verso 8 settimana, con aborto interno, diagnosticato all’ecografia con assenza di battito cardiaco fetale.
Le indagini non evidenziano nulla di anomalo, solo agli esami ematici un leggero aumento del valore del FSH. (al limite alto, 14)
Neppure gli altri parametri ematochimici hanno anomalie significative, a parte un valore glicemico ai limiti superiori (98) in paziente normopeso.
Svolge libera professione e si gestisce gli orari, tuttavia dice di essere molto sensibile allo stress, legato al suo rapporto con la madre, in quanto la madre era sempre di fretta e le comunicava molta ansia.
È di base più freddolosa che calorosa, ma non mette guanti o sciarpe. Migliora con il calore.
Il ciclo è sempre stato regolare e non particolarmente doloroso, negli ultimi mesi è un diventato un po' meno abbondante.
Il sonno è buono ma se ha problemi si sveglia e rimane sveglia.
La digestione buona, alvo regolare. L’alimentazione che segue è molto ricca di cibi fast-food per mancanza di tempo. Consuma molti formaggi.
Polso: vuoto al pollice a destra, più pieno a sinistra
Lingua:
Margini : lingua improntata e gonfia : deficit qi di milza
bordi a cucchiaio: stasi di qi di fegato (per mancanza di circolazione di qi di fegato)
Rossa in punta: fuoco di cuore
Fissurazioni: inziale deficit yin stomaco e di rene e mancanza di liquidi
Patina bianca alla radice: accumulo di flegma riscaldatore inferiore
Leggera depressione anteriore: deficit qi di polmone
Diagnosi energetica
Deficit qi e yang di milza
Deficit liquidi e yin di stomaco
Ristagno qi di fegato
Ristagno e flegma riscaldatore inf
Prima seduta:
CV 4, KI16, SP6, ST36, LI11, LI14, LU7. Moxa su punti addome.
Successiva
CV3, ST30, (moxa) LR3, PC6, LI4, ST36.
Punti utilizzati nelle sedute successive
CV4, CV3,CV5, CV7, ST25, 29ST, KI 15 e KI 16, anche in moxa. Punti dell’addome con valenza sulla fertilità.
LI 4, LI15, , LU7 per tonificare polmone e aiutare ad abbassare soffio dal riscaldatore sup
SP4, SP6, SP8, SP9, KI3, KI 6, KI9, ST 36, BL23 Per tonificare sangue e liquidi e per tonificare rene (deficit)
ST 40, SP9, LI 11 per flegma riscald inf
LR3, PC6, TE5, GB34 per costrizione qi fegato.
HT 5, HT3, PC6 per fuoco cuore.
Le sedute sono state effettuate una volta a settimana per due mesi.
Nelle ultime sedute riferisce meno freddolosità, (ed è come se solo in questo momento mettesse a fuoco meglio questo sintomo) e di sentirsi meno stanca.
In questo periodo aveva in programma un ciclo di fivet ma proprio in quei giorni effettua un test di gravidanza ( per ritardo ultimo mestruo) il cui esito è positivo.
La gravidanza prosegue bene, attualmente è all’ottavo mese.
Classificazione sterilità
DA VUOTO RENE YIN
RENE YANG
JING RENE
SANGUE e QI
Utero, Ren Mai e Chong Mai non hanno sostanza per nutrire ovocita
DA PIENO UMIDITA’ – CALORE-FREDDO R.I.
CALORE –SANGUE
STASI QI FEGATO
Utero, Ren Mai e Chong Mai sono bloccati nella loro funzione di nutrimento
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Stories for humans
Caso clinico 3
Linee guida cinesi sul trattamento con Agopuntura e Moxibustione nella gestione dei sintomi nel paziente con COVID-19 (seconda edizione)
Il COVID-19 è una sindrome respiratoria acuta, altamente infettiva e facilmente trasmissibile, che rappresenta una minaccia seria alla vita e alla salute delle persone.
È stata inserita fra le malattie infettive di classe B, così come indicato in Law of the People's Republic of China on Prevention and Treatment of Infectious Diseases, e viene trattata come le malattie infettive di classe A.
Nella medicina tradizionale cinese, il COVID-19 appartiene alla categoria delle malattie ‘epidemiche’. Per migliaia di anni, la medicina tradizionale cinese ha acquisito un’ampia esperienza rispetto a come combattere dal punto di vista medico e nel lungo periodo le epidemie.
L’agopuntura-moxibustione rappresenta una parte importante della medicina tradizionale cinese e, in quanto tale, ha delle caratteristiche specifiche, offre vantaggi unicie ha dato contributi importanti nella lotta contro le epidemie nella storia della Cina.
Nella letteratura classica della MTC ci sono contributi in merito che riguardano l’utilizzo dell’agopuntura e dellamoxibustione per la prevenzione dell’epidemia e il relativo trattamento. Ad esempio, Sun Si miao, medico della dinastia Tang, nel suo libro Beiji Qian jin Yao Fang (Prescription Worth a Thousand in Gold for Every Emergency), suggerì quanto segue: "Coloro che viaggiano in zone colpite da malattie infettive hanno spesso bisogno della moxibustione, così non verranno infettati dalla malaria e dalla malaria nelle fase calda." Nel suo Compendium of Materia Medica, Li Shizhen, medico della dinastia Ming, affermò quanto segue: " La moxibustione con artemisia argyi può contribuire alla pervietà dei canali, curare centinaia di malattie e guarire persone che soffrono di malattie croniche."Secondo entrambi i libri l’agopuntura può prevenire e trattare le malattie infettive.
Studi clinici e sperimentali attuali dimostrano che l’agopuntura-moxibustione può regolare la funzione immunitaria dell’individuo e agire sulla risposta anti-infiammatoria e anti-infettiva. L’agopuntura-moxibustione gioca un ruolo attivo nella prevenzione e nel trattamento delle malattie infettive.
Affrontando il COVID-19, la terapia cinese con agopuntura e moxibustione ha partecipato attivamente alla prevenzione e al controllo, e ha ottenuto dei buoni risultati.
Mentre aumenta la comprensione del COVID-19 e cresce l’esperienza clinica rispetto alla terapia con agopuntura e moxibustione, abbiamo messo a punto le Guidelines on Acupuncture and Moxibustion Intervention for COVID-19 (second edition) (Linee guida sull’Intervento con Agopuntura e Moxibustione per il COVID-19 seconda edizione) per i medici che praticano l’agopuntura e seguono i pazienti a casa; tutto questo in conformità ai documenti Diagnosis and Treatment Plan for COVID-19 (trial version sixth)-Piano di Diagnosi e Trattamento per il COVID-19 (versione trial n. 6) e Suggestions on TCM rehabilitation during convalescence of COVID-19 (trial version)-Indicazioni sulla riabilitazione con la MTC durante la convalescenza dal COVID-19 (versione trial) emanati dall’ Ufficio Generale della Commissione Nazionale della Salutee dall’ Ufficio Generale dell’Amministrazione Nazionale della Medicina Tradizionale Cinese.
Ⅰ. Principi di intervento con Agopuntura
i. Durante l'epidemia, il lavoro di intervento con agopuntura dovrebbe essere subordinato alla situazione generale e condotto metodicamente sotto la guida delle istituzioni mediche a tutti i livelli. Durante il trattamento con agopuntura, le sedute devono essere effettuate in rigorosa conformità ai requisiti della quarantena e della disinfezione. L'agopuntura nei casi confermati e nei casi in fase di guarigione può essere effettuata su più pazienti in un'unica sala; al contrario, nei casi sospetti, ogni paziente dovrebbe essere trattato in una stanza separata. In corso di supporto respiratorio con ossigeno terapia, lamoxibustione può essere utilizzata nel rispetto delle norme di sicurezza.
ii. La diagnosi clinica, la stadiazione, la classificazione e la differenziazione della sindrome secondo la Medicina Tradizionale Cinese (TCM) per il COVID-19 devono seguire il piano per la diagnosi e il trattamento COVID-19 emesso dall'Ufficio Generale della Commissione Nazionale della Salute e dall'Ufficio Generale dell'Amministrazione Nazionale della Medicina Tradizionale Cinese. Allo stesso tempo, le caratteristiche della metodica agopunturale devono essere attentamente considerate, al fine di rendere il trattamento con agopuntura il più idoneo possibile. Il COVID-19 rappresenta una delle "cinque epidemie" ed è comunemente contraibile. "Tutti possono essere facilmente infettati, indipendentemente dall'età, e i sintomi sono similari". Il virus penetra nel corpo umano attraverso il naso e la bocca e, nella maggior parte dei casi, invade per primo il polmone, poi la milza, lo stomaco e il grosso intestino, con danni relativamente lievi; in una piccola percentuale dei casi, interessa il pericardio, il fegato e il rene diventando così una malattia grave e critica. La malattia muta rapidamente e mostra una chiara evoluzione della patogenesi principale e della sindrome.L’agopuntura agirà stimolando gli agopunti sugli arti, che sono collegati attraverso i canali ai visceri interni ed esternamente ai rami collaterali, e andrà direttamente a esercitare la sua azione sul focolaio dell’infezione stimolando e rinforzando ivisceri interni e il loro Qì, e questo al fine di separare e poi espellere il patogeno del virus. L'agopuntura è utile anche a stimolare il Qì, migliorando l'auto protezione dei visceri e riducendo il danno agli organi causato dal virus.
iii. L'intervento di agopuntura, secondo l'evoluzione della patogenesi, sarà suddiviso in tre fasi: fase di osservazione, fase di trattamento clinico e fase di convalescenza. Attraverso la differenziazione delle sindromi degli organi e canali, il trattamento si applicherà principalmente su agopunti principali in associazione ad altri agopunti in base ai sintomi clinici, nel rispetto del principio "less is more". Il trattamento con agopuntura e moxibustione sarà considerato come appropriato in base a condizioni specifiche, secondo il principio di convenienza, semplicità, sicurezza ed efficacia. Dovremo creare le condizioni idonee e impegnarci duramente per far sì che il trattamento con agopuntura abbia un ruolo in tutte le fasi cliniche. L'agopuntura può essere utilizzata, a scopo sinergico nella fase di trattamento clinico, insieme alla fitoterapia. Nel trattamento dei pazienti in fase di guarigione l'agopuntura dovrebbe avere il ruolo principale. Abbiamo suggerito di organizzare nuove cliniche di riabilitazione basate sull'agopuntura per i pazienti COVID-19.
iv. La scelta degli agopunti e delle metodiche si basa sull'evidenza fornita dalla letteratura antica, da moderne ricerche cliniche e da ricerche di base; sono raggruppati i risultati delle ricerche sull'agopuntura ottenuti daprecedenti studi e che dimostrano il miglioramento della funzione polmonare, la regolazione dell'immunità innata, i fattori antinfiammatori e pro-infiammatori, l'attivazione della via antinfiammatoria vagale-colinergica, la regolazione del sistema respiratorio e il superamento del danno infiammatorio polmonare.
v. Sotto la guida di agopuntori professionisti, i pazienti dovrebbero essere incoraggiati a eseguire lamoxibustione, l'applicazione di punti di agopuntura, il massaggio di punti di agopuntura, ecc., utilizzando Internet, i terminali mobili e le relative APP,WeChat, ecc., questo per ottenere il trattamento dei disturbi collaterali e promuovere la riabilitazione mentale. È necessario prestare attenzione alla comunicazione medico-paziente e al follow-up, nonché alla raccolta, al riepilogo e all'analisi dei dati di diagnosi e trattamento in un ordine completo e tempestivo.
II. Metodi di intervento con agopuntura e moxibustione
i. Intervento con agopuntura e moxibustione durante la fase di osservazione medica (casi sospetti)
Obiettivo: stimolare il Qì vitale e le funzioni di polmone e milza, supportandoli nella fase di dispersione, separazione e rimozione degli agenti patogeni allo scopo di sostenere le funzioni difensive dei visceri contro di essi.
Punti principali: (1) Fengmen (BLl2), Feishu (BLl3), Pishu (BL20); (2) Hegu (LI4), Quchi (LI11), Chize (LU5), Yuji (LU10); (3) Qihai (CV6), Zusanli (ST36), Sanyinjiao (SP6); selezionare ad ogni seduta 1-2 agopunti da ognuno dei tre gruppi citati.
Punti associati: in caso di febbre, gola secca, tosse secca, aggiungere Dazhui (GVl4), Tiantu (CV22), Kongzui (LU6); se tra i sintomi c’è nausea e vomito, feci molli, patina linguale spessa e grassa, polso molle, aggiungere Zhongwan (CVl2), Tianshu (ST25), Fenglong (ST40); se si associa fatigue, debolezza e inappetenza, aggiungere Zhongwan (CVl2), i quattro punti attorno all’ombelico (1 cun di distanza dall’ombelico sulle quattro direzioni), Pishu (BL20); se tra i sintomi c’è naso che cola, dolenzia di spalle e schiena, lingua pallida con patina bianca, polso lento, aggiungere Tianzhu (BLl0), Fengmen (BLl2), Dazhui (GVl4).
ii. Agopuntura e moxibustione durante la fase di trattamento (casi confermati)
Obiettivi: stimolare il Qì vitale di polmoni e milza, proteggendo i visceri e riducendo il danno, per disperdere i patogeni penetrati e “rinforzare la terra per generare il metallo”, al fine di bloccare la progressione della malattia, migliorare l’umore e fornire una speranza di guarigione.
Punti principali: (1) Hegu (LI4), Taichong (LR3), Tiantu (CV22), Chize (LU5), Kongzui (LU6), Zusanli (ST36), Sanyinjiao (SP6); (2) Dazhu (BLll), Fengmen (BLl2), Feishu (BLl3), Xinshu (BLl5), Geshu (BL17); (3) Zhongfu (LU1), Danzhong (CVl7), Qihai (CV6), Guanyuan (CV4), Zhongwan (CVl2); per trattare casi lievi o come trattamento generico selezionare ogni volta 2-3 punti principali del gruppo (1) e (2); per trattare casi severi selezionare 2-3 punti principali dal gruppo (3).
Punti associati: in caso di febbre che persiste da lungo tempo, aggiungere Dazhui (GVl4), Quchi (LI11); oppure il sanguinamento dell’apice dell’orecchio e della punta delle dita; se si associa oppressione al torace e respiro aggiungere Neiguan (PC6), Lieque (LU7); oppure la sequenza Juque (CVl4), Qimen (LR14), Zhaohai (KI6); se c’è tosse catarrale, aggiungere Lieque (LU7), Fenglong (ST40), Dingchuan (EXB1); se c’è diarrea, feci molli aggiungere Tianshu (ST25), Shangjuxu (ST37); se c’è tosse catarrale con espettorazione di catarro giallo appiccicoso, stipsi aggiungere Tiantu (CV22), Zhigou (TE6), Tianshu (ST25), Fenglong (ST40); se c’è febbricola, iperpiressia lieve o assenza di febbre, vomito, feci molli, lingua pallida o pallido-rosata con patina bianca appiccicosa, Feishu (BLl3), Tianshu (ST25), Fujie (SPl4), Neiguan (PC6).
iii. Agopuntura e moxibustione durante la convalescenza
Obiettivi: per rimuovere il virus residuo, ristabilire la vitalità, riparare la funzione degli organi tra cui polmoni e milza.
Punti principali: Neiguan (PC6), Zusanli (ST36), Zhongwan (CVl2), Tianshu (ST25), Qihai (CV6).
1. Deficit di Qi di polmoni e milza: si manifesta con sintomi come respiro corto, astenia, inappetenza e vomito, gonfiore addominale, dischezia, feci molli, lingua con patina vischiosa bianca. Per i sintomi toracici descritti utilizzare Danzhong (CVl7), Feishu (BLl3), Zhongfu (LU1). Per i sintomi gastrointestinali utilizzare Shangwan (CVl3), Yinlingquan (SP9).
2. Deficit di Qì e Yin: si manifesta con sintomi come debolezza, bocca secca, sete, palpitazioni, sudorazione eccessiva, inappetenza, febbricola o assenza di febbre, tosse secca con poco catarro, lingua asciutta con poca salivazione, polso sottile o debole. Per i sintomi di debolezza e respiro corto utilizzare Danzhong (CVl7), Shenque (CV8). Per i sintomi di bocca secca e sete Taixi (KI3), Yangchi (TE4). Per palpitazioni aggiungere Xinshu (BLl5), Jueyinshu (BL14). Per sudorazione eccessiva utilizzare Hegu (LI4), Fuliu (KI7), Zusanli (ST36). Per insonniaShenmen (HT7), Yintang (GV29), Anmian (EX), Yongquan (KI1).
3. Deficit di polmoni e milza, ristagno di flegma nei canali: sintomi come oppressione al torace, respiro corto, rifiuto di parlare, sudorazione al minimo sforzo, tosse con catarro, catarro bloccato, pelle secca che si desquama, astenia mentale, inappetenza, ecc. Utilizzare Feishu (BLl3), Pishu (BL20), Xinshu (BLl5), Geshu (BL17), Shenshu (BL23), Zhongfu (LU1), Danzhong (CVl7). Se c’è tanto catarro ostruito aggiungere Fenglong (ST40) and Dingchuan (EXB1).
Trattamento con agopuntura e moxibustione: scegliere la modalità più appropriata in base all’ambiente nel quale si interviene e alle necessità di trattamento.
Si raccomanda, sulla base delle suddivisioni descritte sopra, di scegliere se utilizzare solo agopuntura o moxibustione, combinarle entrambe oppure aggiungere tecniche quali l’auricolopuntura, la chimiopuntura, il massaggio, il massaggio pediatrico etc., sulla base della singola condizione. Utilizzare l’agopuntura con tecniche di manipolazione di lieve tonificazione e dispersione. Gli aghi vanno lasciati 20-30 minuti, mentre la moxa va effettuata per 10-15 minuti su ogni punto. Il trattamento andrebbe ripetuto una volta al giorno. (Nel caso di trattamenti specifici, occorre fare riferimento agli standard nazionali previsti da StandardizedManipulations of Acupuncture and Moxibustion e all’esperienza clinica).
III. Intervento di Agopuntura e Moxibustione a domicilio sotto la guida di medici
Per aiutare a prevenire e controllare l'epidemia di COVID-19, mentre si procede riducendo le uscite, evitando l'infezione crociata, bloccando la sorgente di infezione e garantendo la sicurezza, i pazienti che si trovano in quarantena domiciliare e che sono stati dimessi dall'ospedale, possono eseguire interventi di agopuntura-moxibustione attraverso indicazioni e norme comportamentali prodotte on line da professionisti.
Terapia con moxibustione: applicare la moxibustione su se stessi su Zusanli (ST36), Neiguan (PC6), Hegu (LI4), Qihai (CV6), Guanyuan (CV4), Sanyinjiao (SP6). L’applicazione su ogni punto deve durare circa 10 minuti.
Terapia con cerotti medicati: applicare cerotti riscaldanti a base di moxa o la crema riscaldante a base di moxa su punti come Zusanli (ST36), Neiguan (PC6), Qihai (CV6), Guanyuan (CV4), Feishu (BLl3), Fengmen (BLl2), Pishu (BL20), Dazhui (GVl4).
Massaggio dei canali: utilizzare metodi quali impastare, premere, sfregare, battere, picchiettare sui canali del polmone e del cuore dell’arto superiore, e sui canali della milza e dello stomaco nei loro tragitti sotto il ginocchio.La stimolazione deve durare 15-20 minuti per ogni canale ed è opportuno provocare una sensazione dolorosa nella zona soggetta a trattamento.
Esercizi tradizionali: scegliere esercizi tradizionali appropriati, come YiJinJing(Classico della Trasformazione dei Tendini e dei Muscoli), Tai Chi, Ba Duan Jin (Otto Pezzi di Broccato), WuQinXi (Gioco dei Cinque Animali), ecc., in base al proprio stato di salute. Praticare una volta al giorno per la durata di 15-30 minuti.
Salute mentale: regolare le proprie emozioni. Possono essere utili la stimolazione dei punti auricolari, la moxibustione, il massaggio, la dieta medicata, le tisane, il bagno alle erbe, la musica e altri metodi per rilassarsi sia fisicamente che mentalmente, per alleviare l’ansia o per favorire il sonno. [...]
Questa guida è stata formulata dal gruppo di esperti dell'Associazione Cinese di Agopuntura-Moxibustione.
Consulenti: Shi Xuemin, Tong Xiaolin, Sun Guojie
Responsabili del gruppo di esperti: Liu Baoyan, Wang Hua
Membri del gruppo di esperti: Xiaochun Yu, Wu Huanyu, Gao Shuzhong, Wang Linpeng, Fang Jianqiao, Yu Shuguang, Liang Fanrong, Ji Laixi, Jing Xianghong, Zhou Zhongyu, Ma Jun, Chang Xiaorong, Zhang Wei, Yang Jun, Chen Rixin, Zhao Jiping, Zhao Hong, Zhao Baixiao, Wang Fuchun, LiangFengxia, Li Xiaodong, Yang Yi, Liu Weihong, Wen Biling
Tradotto dal cinese all’inglese dal Segretariato della Federazione Mondiale delle Società di Agopuntura-Moxibustione (WFAS)
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Love & Hate
Caso clinico 4
L’infiammazione è un tema che ha suscitato negli ultimi anni l’interesse dei ricercatori,
da quando alcuni studi hanno individuato l’esistenza di un legame tra infiammazione cronica,
di basso grado (low grade inflammation) e patologie croniche degenerative, la cui incidenza è in continuo aumento.
Ma cosa si intende per processo infiammatorio?
Lo possiamo definire come una successione di eventi che l’organismo mette in atto come reazione di difesa di fronte ad una situazione di pericolo.
L’infiammazione rappresenta il primo meccanismo di difesa rispetto ad un aggressione, che può essere rappresentata da un trauma, da un batterio,
ma anche da tossine prodotte dall’organismo stesso.
L’ obiettivo è quello di preservare un equilibrio e ogni qualvolta questo viene turbato da un agente lesivo, il nostro corpo interviene. In che modo?
Istaurando qualcosa di molto simile ad uno stato di guerra che vede come protagoniste le cellule del sistema immunitario, deputate a questa azione difensiva.
Già nell’antichità (Celso 50 d.C.) erano stati individuati i 4 segni cardinali della flogosi acuta:
Tumor (gonfiore),
rubor (rossore),
calor (calore),
dolor (dolore).
Questi segni indicano le varie fasi in cui si svolge il processo,
dall’ aumento del flusso ematico al reclutamento delle cellule della difesa che si portano nell’area interessata per eliminare l’aggressore.
L’organismo una volta che l’evento infiammatorio acuto ha esaurito il suo compito si adopera per ripristinare la condizione di partenza,
la restitutio ad integrum del tessuto.
Quando le cellule immunitarie non riescono ad eliminare l’agente patogeno l’infiammazione diventa cronica e in tal caso il sistema della difesa rimane costantemente attivo.
A questo tipo di infiammazione di natura cronica appartiene l’infiammazione silente, di basso grado.
Rispetto alla forma acuta presenta un decorso meno lineare, mancano i 4 segni caratteristici e i sintomi sono meno evidenti,
per questo motivo è pericolosamente sottovalutata ma i suoi danni sono visibili a lungo termine sotto forma di patologie croniche.
Quali sono gli agenti eziologici responsabili di questa forma?
Le cause sono state individuate negli stimoli continui presenti nel nostro attuale stile di vita, stress, inquinamento, radicali liberi, fumo, alimentazione sbagliata.
Tutto ciò viene percepito come pericoloso rispetto ad un equilibrio che il nostro organismo cerca faticosamente di mantenere.
Si tratta di insulti continui, quotidiani, che vengono a turbare un’omeostasi e in quest’ ottica l’infiammazione rappresenta una reazione messa in atto dall’organismo per riguadagnare un nuovo assetto.
Sottoposti ad uno stimolo lesivo le cellule immunitarie costruiscono una sorta di struttura ( di natura chimica, chiamata inflammosoma ) chiamata a produrre alcune molecole, le citochine, che potenziano la strategia di difesa.
Le più importanti per l’infiammazione cronica sono:
IL1;
IL6;
TNFalfa;
e il loro dosaggio ci permette di quantificare l’infiammazione e di monitorarla.
Se sono presenti nell’organismo diversi foci infiammatori le citochine prodotte in queste aree si riversano in circolo e la loro somma ci indica il livello di infiammazione totale esistente in quel determinato momento.
Quali sono i segni che ci possono allertare e segnalare che è in atto un processo di flogosi?
Ogni tessuto od organo può essere colpito.
Emicrania, stanchezza, difficoltà di concentrazione, ansia, depressione, allergie, disturbi gastrointestinali, disturbi cutanei, anche non particolarmente intensi.
Siamo ormai cosi abituati ad associare questi disagi al nostro attuale stile di vita che non li cogliamo neppure, mentre è importante esercitare un ascolto attento e consapevole di tutti i segnali che ci giungono per lavorare ad invertire questo processo.
Tra le cause una delle più salienti è l’ obesità, patologia in continua crescita in tutto il pianeta.
L’incremento di peso è correlato all’aumento del tessuto adiposo.
In particolare la singola cellula adiposa in questa condizione si ipertrofizza, cioè aumenta come superficie ma la quantità di ossigeno che giunge dal circolo ematico rimane sempre la stessa.
Questo conduce a ipossia, a scarsa vascolarizzazione, che l’organismo percepisce come situazione di pericolo, con conseguente infiltrazione di cellule infiammatorie.
Le aree di tessuto adiposo più interessate sono quelle viscerali, tanto per intenderci la classica pancetta, una condizione che aumenta purtroppo con l’età.
La circonferenza vita è un valore che si consiglia di monitorare anche in ambito preventivo ed è incluso nei parametri che definiscono la sindrome metabolica,
considerata non tanto una patologia a sé stante ma un insieme di fattori di rischio.
La presenza di almeno tre alterazioni metaboliche od emodinamiche (valori pressori, lipidici, girovita) predispone infatti all’insorgenza di patologie cardiovascolari e metaboliche.
Altra causa di infiammazione cronica è lo stress ossidativo.
Con questo termine si intende un tipo particolare di danno dovuto alla presenza in eccesso nel nostro organismo di specie reattive, soprattutto dell’ossigeno.
L’ossigeno è un elemento vitale e partecipe delle maggior parte delle reazioni organiche.
Nella struttura chimica questo elemento presenta sull’orbitale esterno 8 elettroni, ma nelle molteplici reazioni a cui partecipa ne può perdere uno e dare origine a composti molto reattivi, i cosiddetti radicali liberi (o Ros, specie reattive dell’ossigeno) Dato che tutto in natura tende all’equilibrio, anche questi composti mirano a recuperare l’elettrone perso, e lo fanno sottraendolo ad altre strutture organiche e creando un circolo vizioso che può danneggiare tutti i componenti cellulari, dalla membrana al dna. Secondo una teoria recente i Ros agirebbero in senso epigenetico attivando la trascrizione nel dna di citochine infiammatorie.
Nel nostro organismo sono presenti per fortuna sostanze antiossidanti la cui funzione è quella di legare queste molecole pericolose e neutralizzarle.
Molte sostanze antiossidanti derivano dal mondo vegetale e attraverso l’alimentazione possiamo integrare la nostra riserva di antiossidanti e limitare i danni ai tessuti.
Il potere antiossidante dei vegetali si esprime in Orac, (Oxygen Radicals Absorbance Capacity) unità che misura la capacità di assorbire i radicali liberi, e la notizia positiva è che cinque porzioni quotidiane di frutta e verdura, che sono quelle consigliate nelle linee guida sulla sana alimentazione, corrispondono alla quantità ottimale di orac che dobbiamo introdurre per coprire il nostro fabbisogno. È importante orientarsi su vegetali di colore diverso in quanto i pigmenti presenti in frutta e verdura indicano la presenza di sostanze antiossidanti diverse, per questo è fondamentale variare il più possibile le nostre scelte e privilegiare la stagionalità dei prodotti.
Altra causa di infiammazione è lo stress.
Lo stress viene definito come insieme di reazioni messe in atto dall’ organismo di fronte a richieste eccessive che provengono dall’ambiente.
La verità è che richieste continue e pressanti sono avvertite come pericolose per il nostro equilibrio.
Provocano innalzamento di ormoni come cortisolo, adrenalina, noradrenalina fino all’esaurimento degli stessi e successivamente attivazione del processo infiammatorio cronico.
Questo perché vi è una correlazione tra i vari sistemi, come ci insegna la PNEI, che studia questa comunicazione incessante tra cellule del sistema nervoso,
della difesa immunitaria e del sistema endocrino. È stato dimostrato che l’esposizione cronica ad agenti stressanti provoca un’ alterazione di alcuni geni coinvolti nelle vie metaboliche con aumentato rilascio di citochine, e che in corso di depressione e ansia incrementano IL-6, TNF-α, PCR, NF-Kb. Anche qui la buona notizia ci arriva da studi recenti che documentano come è possibile ottenere una diminuzione degli ormoni dello stress attraverso tecniche di rilassamento come lo yoga, la meditazione, la preghiera, il mindfulness.
Altro aspetto rilevante, e in qualche modo correlato ai precedenti, è la relazione tra infiammazione e invecchiamento. L’invecchiamento rappresenta un processo complesso ma è ormai chiara l’associazione con uno stato infiammatorio cronico di basso grado, asintomatico, scientificamente detto INFLAMMAGING (dalla unione dei termini infiammazione e invecchiamento ). Questa condizione rappresenta un fattore di rischio significativo per la morbilità e la mortalità delle persone anziane, in quanto svolge un ruolo importante nella iniziazione e progressione di patologie legate all’età come diabete, alzheimer, patologie cardiovascolari, sarcopenia, osteoporosi, neoplasie. E a proposito di neoplasie esiste un legame sempre più evidente anche con queste dal momento che l’infiammazione contribuisce a creare un ambiente considerato favorevole alla crescita tumorale. Viene ad essere alterato uno stato di ordine e sono introdotti elementi di natura sovversiva, che modificano un equilibrio e apportano disordine, creando le condizioni per la formazione e la crescita di cellule tumorali.
Tra questi vi sono i fattori di crescita, presenti nel tessuto infiammatorio, ma anche molecole che inducono mutazione a carico del dna,
cosi come fattori proangiogenetici che favoriscono lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni, tutte condizioni favorevoli allo sviluppo neoplastico.
In che modo possiamo invertire la strada che conduce alla malattia e modificare le condizioni di rischio ?
Uno degli strumenti che abbiamo a disposizione riguarda scelte alimentari che contrastino l’attivazione di questi processi patologici,
come l’assunzione di alimenti vegetali ad azione antiossidante e l’attenzione all’aumento ponderale.
Ma ci sono altri aspetti da prendere in considerazione quando si parla di nutrizione.
A partire da una riflessione sul fatto che il cibo che consumiamo proviene dal mondo esterno ed appartiene, se ci pensiamo bene, a regni diversi dal nostro.
Compito del nostro organismo è quello di utilizzarlo completamente a fini energetici ma per fare questo dobbiamo essere in grado di farlo nostro, di nostrificarlo.
E’ importante cioè metabolizzarlo completamente e qui entra in gioco la salute del sistema gastroenterico.
Il nostro intestino rappresenta la superficie più ampia a contatto con l’esterno insieme a quella cutanea.
La mucosa che lo ricopre funziona da filtro, decide cosa lasciar passare e cosa no, ma per assolvere a questo compito deve essere integra.
Per questo è fondamentale mantenere in buona salute le mucose.
In alcune condizioni le giunzioni tra una cellula intestinale e l’altra si alterano per vari fattori tra cui stress, farmaci, intolleranze , e questo rende l’intestino più permeabile. Se la mucosa non filtra correttamente possono entrare grosse molecole di cibo parzialmente digerito nel circolo ematico, attivare il sistema immunitario che non le riconosce e da qui scatenare l’infiammazione. Quando questo stimolo è continuo, il sistema immunitario è continuamente sollecitato fino ad “impazzire” e a reagire anche contro se stesso (self), creando le condizioni per l’insorgenza di patologie autoimmuni.
Senza arrivare a questi estremi si può avere un’infiammazione scatenata da un singolo cibo quando viene consumato con eccessiva frequenza.
Abitudini alimentari consolidate e scelte troppo monotone possono scatenare fenomeni di intolleranza alimentare, per il carico eccessivo e lo stimolo ripetuto a cui sottoponiamo il sistema gastroenterico. In tal caso è sufficiente eliminare per un po' l’alimento incriminato per mettere a riposo l’organo e successivamente reintrodurlo con una frequenza inferiore per ottenere effetti positivi in termini di salute.
Negli ultimi 50 anni gli stili alimentari si sono modificati assecondando i cambiamenti socio-culturali: l’inserimento della donna nel mondo del lavoro, la necessità di cibi pronti perché manca il tempo di cucinare, la nascita dell’industria alimentare, la diffusione di alimenti processati e ricchi di conservanti, addensanti, edulcoranti, additivi, emulsionanti, coloranti. Sono state introdotte nel giro di pochi anni un enorme quantitativo di molecole nuove attraverso l’industria alimentare, e questo non può non avere conseguenze rilevanti sul nostro stato di salute.
Queste trasformazioni devono essere gestite da un patrimonio genetico che non si è per nulla modificato, infatti i nostri geni sono rimasti uguali a quelli dei nostri antenati del paleolitico di 40.000 anni fa. Anche il nostro sistema immunitario di conseguenza è rimasto invariato e pertanto il nostro organismo non riesce ad adattarsi alle novità introdotte in ambito alimentare.
Un esempio riguarda l’attuale carenza di potassio nei cibi presenti sulla nostra tavola.
Il potassio è un minerale ad azione alcalinizzante contenuto negli alimenti vegetali, sempre meno diffusi nella nostra alimentazione. Assistiamo invece ad un maggior consumo di sodio, presente nei di cibi spazzatura e negli alimenti di origine animale e ad azione acidificante. Questo comporta un maggior carico acido e l’acidosi tissutale è un altro fattore responsabile dell’ attivazione l’inflammosoma, con conseguente aumento delle citochine pro-infiammatorie.
Altro problema dell’alimentazione odierna è la presenza in eccesso di glicotossine o prodotti finali della glicazione avanzata (AGE) che sono nuove combinazioni molecolari che si formano durante la cottura degli alimenti, in conseguenza dei movimenti molecolari che si creano ad alte temperature, quando le proteine reagiscono insieme a carboidrati o a lipidi. Questi composti si legano a specifici recettori presenti sulle cellule e attivano i fattori infiammatori. Sono presenti soprattutto nei prodotti da forno che troviamo sugli scaffali dei supermercati, mentre fino a qualche anno fa erano poco distribuiti sulle nostre tavole.
Parliamo infine della relazione tra grassi alimentari e infiammazione.
La loro importanza in questo contesto è dovuta al ruolo di mediatore svolto dall’ acido arachidonico, derivato da un acido grasso omega 6 che è localizzato sulla membrana cellulare e che si stacca da questa quando si avvia un processo flogistico. La membrana cellulare, considerata una struttura fondamentale per la difesa e la comunicazione cellulare è costituita in una buona percentuale da acidi grassi che devono essere presenti in un rapporto ottimale per la formazione di membrana efficiente. Le famiglie principali di acidi grassi sono 4 : i saturi, a cui appartengono soprattutto grassi che derivano dal mondo animale, gli insaturi suddivisi in monoinsaturi di origine vegetale e polinsaturi omega 3 e 6, derivati dal mondo vegetale e animale, e sono proprio questi ultimi due ad essere coinvolti nei processi infiammatori. In particolar modo il rapporto omega6/omega3 deve mantenersi intorno a 4:1 per la formazione di una membrana cellulare sana. Attualmente questo rapporto è stimato tra 14:1 e 20:1, a favore degli omega 6.
Le cause di questo eccesso sono da ricercare in un aumento del consumo di questo tipo di grassi con l’alimentazione. Una maggiore presenza di omega 6 (soia, mais, girasole) la troviamo nei mangimi del settore zootecnico, cosi come in quelli per i prodotti ittici di allevamento. In tal modo senza esserne consapevoli quando consumiamo cibo di origine animale noi introduciamo omega 6. Inoltre gli omega 6 sempre per i bassi costi sono aggiunti anche ai cibi industriali che troviamo nella grande distribuzione. Quali le conseguenze di questo eccessivo consumo ?
Ritorniamo al nostro processo infiammatorio che vede nelle prime fasi l’azione delle cosiddette prostaglandine “cattive” (PG2) che derivano dagli acidi grassi essenziali Omega 6 e che hanno un effetto pro-infiammatorio; utili a “potenziare il fuoco” per cacciare l’agente invasore, ma, una volta passato il pericolo, l’organismo ripristina le condizioni normali servendosi delle prostaglandine “buone” (PG1 e PG3) derivanti dagli acidi grassi Omega 3 che hanno invece un azione anti-infiammatoria. Logicamente la presenza in eccesso di omega 6 alimenta la fase pro-infiammatoria che tende a cronicizzarsi, e questo è il motivo per cui dobbiamo prestare attenzione ai grassi presenti nella nostra dieta. E’ importante imparare a leggere le etichette dei prodotti che acquistiamo, familiarizzare con esse per comprendere bene gli ingredienti presenti in ogni alimento.
Omega 3 e 6 derivano da molecole di precursori che non possono essere sintetizzate dal nostro organismo che sono l’ ACIDO LINOLEICO (omega 6) da cui si forma come molecola matura l’acido arachidonico, e l’ ACIDO LINOLENICO (omega 3) da cui originano le molecole mature EPA e DHA.
Omega 3 e 6 utilizzano gli stessi enzimi per formare la molecole mature con un meccanismo di competizione.
Ne consegue che se noi introduciamo con l’alimentazione troppi precursori omega 6 tutti gli enzimi saranno occupati in questa trasformazione fino a saturazione e non ne resteranno per la formazione di molecole mature di omega 3. Per questo motivo è importante valutare bene le fonti alimentari e selezionare quelle con rapporto omega 6/3 più vantaggioso. Gli acidi grassi da preferire sono quelli presenti nei semi e nell’ olio di lino, noci, chia, semi e olio di canapa. Svantaggioso invece l’utilizzo di olio di semi di mais e di girasole. Forme mature derivano solo da pesci (pesce azzurro, salmone, tonno etc) e da alghe: i pesci sono più efficienti di noi perché ottengono gli acidi grassi già preformati attraverso le alghe. Riguardo al consumo di pesce occorre prestare attenzione alle cotture in quanto le temperature superiori a 100 gradi ed il contatto con l’aria denaturano gli omega 3 del pesce eliminando questi grassi buoni tanto necessari alla nostra salute.
In conclusione aver riportato l’attenzione su un meccanismo basilare quale è l’ infiammazione e sugli strumenti a nostra disposizione per poterla contrastare significa riconoscere che ci sono le condizioni per compiere scelte a favore della nostra salute senza delegare solo a farmaci o ad altre figure il nostro benessere fisico e psichico.
Comprendere inoltre che ogni scelta quotidiana verso cui ci orientiamo, alimentare e non, può portarci in una direzione piuttosto che in un'altra è parte di un percorso di consapevolezza che ci responsabilizza e gioca in ruolo importante anche sul piano dell’ evoluzione e della crescita personale.
”
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Food Ethics
Tasty Labrador Bacon
Conscience is the inner perception of objections to definite wish impulses that exist in us; but the emphasis is put upon the fact that this rejection does not have to depend on anything else, that it is sure of itself.
This becomes even plainer in the case of a guilty conscience, where we become aware of the inner condemnation of such acts which realized some of our definite wish impulses. Confirmation seems superfluous here; whoever has a conscience must feel in himself the justification of the condemnation, and the reproach for the accomplished action. But this same character is evinced by the attitude of savages towards taboo. Taboo is a command of conscience, the violation of which causes a terrible sense of guilt which is as self-evident as its origin is unknown[89].
It is therefore probable that conscience also originates on the basis of an ambivalent feeling from quite definite human relations which contain this ambivalence.
It probably originates under conditions which are in force both for taboo and the compulsion neurosis, that is, one component of the two contrasting feelings is unconscious and is kept repressed by the compulsive domination of the other component. This is confirmed by many things which we have learned from our analysis of neurosis. In the first place the character of compulsion neurotics shows a predominant trait of painful conscientiousness which is a symptom of reaction against the temptation which lurks in the unconscious, and which develops into the highest degrees of guilty conscience as their illness grows worse. Indeed, one may venture the assertion that if the origin of guilty conscience could not be discovered through compulsion neurotic patients, there would be no prospect of ever discovering it. This task is successfully solved in the case of the individual neurotic, and we are confident of finding a similar solution in the case of races.
If I judge my readers’ impressions correctly, I dare say that after hearing all that was said about taboo they are far from knowing what to understand by it and where to store it in their minds. This is surely due to the insufficient information I have given and to the omission of all discussions concerning the relation of taboo to superstition, to belief in the soul, and to religion. On the other hand I fear that a more detailed description of what is known about taboo would be still more confusing; I can therefore assure the reader that the state of affairs is really far from clear. We may say, however, that we deal with a series of restrictions which these primitive races impose upon themselves; this and that is forbidden without any apparent reason; nor does it occur to them to question this matter, for they subject themselves to these restrictions as a matter of course and are convinced that any transgression will be punished automatically in the most severe manner. There are reliable reports that innocent transgressions of such prohibitions have actually been punished automatically. For instance, the innocent offender who had eaten from a forbidden animal became deeply depressed, expected his death and then actually died. The prohibitions mostly concern matters which are capable of enjoyment such as freedom of movement and unrestrained intercourse; in some cases they appear very ingenious, evidently representing abstinences and renunciations; in other cases their content is quite incomprehensible, they seem to concern themselves with trifles and give the impression of ceremonials. Something like a theory seems to underlie all these prohibitions, it seems as if these prohibitions are necessary because some persons and objects possess a dangerous power which is transmitted by contact with the object so charged, almost like a contagion. The quantity of this dangerous property is also taken into consideration. Some persons or things have more of it than others and the danger is precisely in accordance with the charge. The most peculiar part of it is that any one who has violated such a prohibition assumes the nature of the forbidden object as if he had absorbed the whole dangerous charge. This power is inherent in all persons who are more or less prominent, such as kings, priests and the newly born, in all exceptional physical states such as menstruation, puberty and birth, in everything sinister like illness and death and in everything connected with these conditions by virtue of contagion or dissemination.
First of all it must be said that it is useless to question savages as to the real motivation of their prohibitions or as to the genesis of taboo. According to our assumption they must be incapable of telling us anything about it since this motivation is ‘unconscious’ to them. But following the model of the compulsive prohibition we shall construct the history of taboo as follows: Taboos are very ancient prohibitions which at one time were forced upon a generation of primitive people from without, that is, they probably were forcibly impressed upon them by an earlier generation. These prohibitions concerned actions for which there existed a strong desire. The prohibitions maintained themselves from generation to generation, perhaps only as the result of a tradition set up by paternal and social authority. But in later generations they have perhaps already become ‘organized’ as a piece of inherited psychic property. Whether there are such ‘innate ideas’ or whether these have brought about the fixation of the taboo by themselves or by co-operating with education no one could decide in the particular case in question. The persistence of taboo teaches, however, one thing, namely, that the original pleasure to do the forbidden still continues among taboo races. They therefore assume an _ambivalent attitude_ toward their taboo prohibitions; in their unconscious they would like nothing better than to transgress them but they are also afraid to do it; they are afraid just because they would like to transgress, and the fear is stronger than the pleasure. But in every individual of the race the desire for it is unconscious, just as in the neurotic.
It seems like an obvious contradiction that persons of such perfection of power should themselves require the greatest care to guard them against threatening dangers, but this is not the only contradiction revealed in the treatment of royal persons on the part of savages. These races consider it necessary to watch over their kings to see that they use their powers in the right way; they are by no means sure of their good intentions or of their conscientiousness. A strain of mistrust is mingled with the motivation of the taboo rules for the king. “The idea that early kingdoms are despotisms”, says Frazer[59], “in which the people exist only for the sovereign, is wholly inapplicable to the monarchies we are considering. On the contrary, the sovereign in them exists only for his subjects: his life is only valuable so long as he discharges the duties of his position by ordering the course of nature for his people’s benefit. So soon as he fails to do so, the care, the devotion, the religious homage which they had hitherto lavished on him cease and are changed into hatred and contempt; he is ignominiously dismissed and may be thankful if he escapes with his life. Worshipped as a god one day, he is killed as a criminal the next. But in this changed behaviour of the people there is nothing capricious or inconsistent. On the contrary, their conduct is quite consistent. If their king is their god he is or should be, also their preserver; and if he will not preserve them he must make room for another who will. So long, however, as he answers their expectations, there is no limit to the care which they take of him, and which they compel him to take of himself. A king of this sort lives hedged in by ceremonious etiquette, a network of prohibitions and observances, of which the intention is not to contribute to his dignity, much less to his comfort, but to restrain him from conduct which, by disturbing the harmony of nature, might involve himself, his people, and the universe in one common catastrophe. Far from adding to his comfort, these observances, by trammelling his every act, annihilate his freedom and often render the very life, which it is their object to preserve, a burden and sorrow to him.”
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Philosophy
Ignorance is Bliss
In contrast to this, our discussion readily shows that the double meaning in question belonged to the word taboo from the very beginning and that it serves to designate a definite ambivalence as well as everything which has come into existence on the basis of this ambivalence.
Taboo is itself an ambivalent word and by way of supplement we may add that the established meaning of this word might of itself have allowed us to guess what we have found as the result of extensive investigation, namely, that the taboo prohibition is to be explained as the result of an emotional ambivalence. A study of the oldest languages has taught us that at one time there were many such words which included their own contrasts so that they were in a certain sense ambivalent, though perhaps not exactly in the same sense as the word taboo[88]. Slight vocal modifications of this primitive word containing two opposite meanings later served to create a separate linguistic expression for the two opposites originally united in one word.
The word taboo has had a different fate; with the diminished importance of the ambivalence which it connotes it has itself disappeared, or rather, the words analogous to it have vanished from the vocabulary. In a later connection I hope to be able to show that a tangible historic change is probably concealed behind the fate of this conception; that the word at first was associated with definite human relations which were characterized by great emotional ambivalence from which it expanded to other analogous relations.
Unless we are mistaken, the understanding of taboo also throws light upon the nature and origin of _conscience_. Without stretching ideas we can speak of a taboo conscience and a taboo sense of guilt after the violation of a taboo. Taboo conscience is probably the oldest form in which we meet the phenomenon of conscience.
If I judge my readers’ impressions correctly, I dare say that after hearing all that was said about taboo they are far from knowing what to understand by it and where to store it in their minds. This is surely due to the insufficient information I have given and to the omission of all discussions concerning the relation of taboo to superstition, to belief in the soul, and to religion. On the other hand I fear that a more detailed description of what is known about taboo would be still more confusing; I can therefore assure the reader that the state of affairs is really far from clear. We may say, however, that we deal with a series of restrictions which these primitive races impose upon themselves; this and that is forbidden without any apparent reason; nor does it occur to them to question this matter, for they subject themselves to these restrictions as a matter of course and are convinced that any transgression will be punished automatically in the most severe manner. There are reliable reports that innocent transgressions of such prohibitions have actually been punished automatically. For instance, the innocent offender who had eaten from a forbidden animal became deeply depressed, expected his death and then actually died. The prohibitions mostly concern matters which are capable of enjoyment such as freedom of movement and unrestrained intercourse; in some cases they appear very ingenious, evidently representing abstinences and renunciations; in other cases their content is quite incomprehensible, they seem to concern themselves with trifles and give the impression of ceremonials. Something like a theory seems to underlie all these prohibitions, it seems as if these prohibitions are necessary because some persons and objects possess a dangerous power which is transmitted by contact with the object so charged, almost like a contagion. The quantity of this dangerous property is also taken into consideration. Some persons or things have more of it than others and the danger is precisely in accordance with the charge. The most peculiar part of it is that any one who has violated such a prohibition assumes the nature of the forbidden object as if he had absorbed the whole dangerous charge. This power is inherent in all persons who are more or less prominent, such as kings, priests and the newly born, in all exceptional physical states such as menstruation, puberty and birth, in everything sinister like illness and death and in everything connected with these conditions by virtue of contagion or dissemination.
First of all it must be said that it is useless to question savages as to the real motivation of their prohibitions or as to the genesis of taboo. According to our assumption they must be incapable of telling us anything about it since this motivation is ‘unconscious’ to them. But following the model of the compulsive prohibition we shall construct the history of taboo as follows: Taboos are very ancient prohibitions which at one time were forced upon a generation of primitive people from without, that is, they probably were forcibly impressed upon them by an earlier generation. These prohibitions concerned actions for which there existed a strong desire. The prohibitions maintained themselves from generation to generation, perhaps only as the result of a tradition set up by paternal and social authority. But in later generations they have perhaps already become ‘organized’ as a piece of inherited psychic property. Whether there are such ‘innate ideas’ or whether these have brought about the fixation of the taboo by themselves or by co-operating with education no one could decide in the particular case in question. The persistence of taboo teaches, however, one thing, namely, that the original pleasure to do the forbidden still continues among taboo races. They therefore assume an _ambivalent attitude_ toward their taboo prohibitions; in their unconscious they would like nothing better than to transgress them but they are also afraid to do it; they are afraid just because they would like to transgress, and the fear is stronger than the pleasure. But in every individual of the race the desire for it is unconscious, just as in the neurotic.
It seems like an obvious contradiction that persons of such perfection of power should themselves require the greatest care to guard them against threatening dangers, but this is not the only contradiction revealed in the treatment of royal persons on the part of savages. These races consider it necessary to watch over their kings to see that they use their powers in the right way; they are by no means sure of their good intentions or of their conscientiousness. A strain of mistrust is mingled with the motivation of the taboo rules for the king. “The idea that early kingdoms are despotisms”, says Frazer[59], “in which the people exist only for the sovereign, is wholly inapplicable to the monarchies we are considering. On the contrary, the sovereign in them exists only for his subjects: his life is only valuable so long as he discharges the duties of his position by ordering the course of nature for his people’s benefit. So soon as he fails to do so, the care, the devotion, the religious homage which they had hitherto lavished on him cease and are changed into hatred and contempt; he is ignominiously dismissed and may be thankful if he escapes with his life. Worshipped as a god one day, he is killed as a criminal the next. But in this changed behaviour of the people there is nothing capricious or inconsistent. On the contrary, their conduct is quite consistent. If their king is their god he is or should be, also their preserver; and if he will not preserve them he must make room for another who will. So long, however, as he answers their expectations, there is no limit to the care which they take of him, and which they compel him to take of himself. A king of this sort lives hedged in by ceremonious etiquette, a network of prohibitions and observances, of which the intention is not to contribute to his dignity, much less to his comfort, but to restrain him from conduct which, by disturbing the harmony of nature, might involve himself, his people, and the universe in one common catastrophe. Far from adding to his comfort, these observances, by trammelling his every act, annihilate his freedom and often render the very life, which it is their object to preserve, a burden and sorrow to him.”
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Morality & History
Looking Through a Telescope
Primitive man is known to us by the stages of development through which he has passed: that is, through the inanimate monuments and implements which he has left behind for us, through our knowledge of his art, his religion and his attitude towards life, which we have received either directly or through the medium of legends, myths and fairy tales; and through the remnants of his ways of thinking that survive in our own manners and customs.
Moreover, in a certain sense he is still our contemporary: there are people whom we still consider more closely related to primitive man than to ourselves, in whom we therefore recognize the direct descendants and representatives of earlier man. We can thus judge the so-called savage and semi-savage races; their psychic life assumes a peculiar interest for us, for we can recognize in their psychic life a well-preserved, early stage of our own development.
The aborigines of Australia are looked upon as a peculiar race which shows neither physical nor linguistic relationship with its nearest neighbours, the Melanesian, Polynesian and Malayan races. They do not build houses or permanent huts; they do not cultivate the soil or keep any domestic animals except dogs; and they do not even know the art of pottery. They live exclusively on the flesh of all sorts of animals which they kill in the chase, and on the roots which they dig. Kings or chieftains are unknown among them, and all communal affairs are decided by the elders in assembly. It is quite doubtful whether they evince any traces of religion in the form of worship of higher beings. The tribes living in the interior who have to contend with the greatest vicissitudes of life owing to a scarcity of water, seem in every way more primitive than those who live near the coast.
If I judge my readers’ impressions correctly, I dare say that after hearing all that was said about taboo they are far from knowing what to understand by it and where to store it in their minds. This is surely due to the insufficient information I have given and to the omission of all discussions concerning the relation of taboo to superstition, to belief in the soul, and to religion. On the other hand I fear that a more detailed description of what is known about taboo would be still more confusing; I can therefore assure the reader that the state of affairs is really far from clear. We may say, however, that we deal with a series of restrictions which these primitive races impose upon themselves; this and that is forbidden without any apparent reason; nor does it occur to them to question this matter, for they subject themselves to these restrictions as a matter of course and are convinced that any transgression will be punished automatically in the most severe manner. There are reliable reports that innocent transgressions of such prohibitions have actually been punished automatically. For instance, the innocent offender who had eaten from a forbidden animal became deeply depressed, expected his death and then actually died. The prohibitions mostly concern matters which are capable of enjoyment such as freedom of movement and unrestrained intercourse; in some cases they appear very ingenious, evidently representing abstinences and renunciations; in other cases their content is quite incomprehensible, they seem to concern themselves with trifles and give the impression of ceremonials. Something like a theory seems to underlie all these prohibitions, it seems as if these prohibitions are necessary because some persons and objects possess a dangerous power which is transmitted by contact with the object so charged, almost like a contagion. The quantity of this dangerous property is also taken into consideration. Some persons or things have more of it than others and the danger is precisely in accordance with the charge. The most peculiar part of it is that any one who has violated such a prohibition assumes the nature of the forbidden object as if he had absorbed the whole dangerous charge. This power is inherent in all persons who are more or less prominent, such as kings, priests and the newly born, in all exceptional physical states such as menstruation, puberty and birth, in everything sinister like illness and death and in everything connected with these conditions by virtue of contagion or dissemination.
First of all it must be said that it is useless to question savages as to the real motivation of their prohibitions or as to the genesis of taboo. According to our assumption they must be incapable of telling us anything about it since this motivation is ‘unconscious’ to them. But following the model of the compulsive prohibition we shall construct the history of taboo as follows: Taboos are very ancient prohibitions which at one time were forced upon a generation of primitive people from without, that is, they probably were forcibly impressed upon them by an earlier generation. These prohibitions concerned actions for which there existed a strong desire. The prohibitions maintained themselves from generation to generation, perhaps only as the result of a tradition set up by paternal and social authority. But in later generations they have perhaps already become ‘organized’ as a piece of inherited psychic property. Whether there are such ‘innate ideas’ or whether these have brought about the fixation of the taboo by themselves or by co-operating with education no one could decide in the particular case in question. The persistence of taboo teaches, however, one thing, namely, that the original pleasure to do the forbidden still continues among taboo races. They therefore assume an _ambivalent attitude_ toward their taboo prohibitions; in their unconscious they would like nothing better than to transgress them but they are also afraid to do it; they are afraid just because they would like to transgress, and the fear is stronger than the pleasure. But in every individual of the race the desire for it is unconscious, just as in the neurotic.
It seems like an obvious contradiction that persons of such perfection of power should themselves require the greatest care to guard them against threatening dangers, but this is not the only contradiction revealed in the treatment of royal persons on the part of savages. These races consider it necessary to watch over their kings to see that they use their powers in the right way; they are by no means sure of their good intentions or of their conscientiousness. A strain of mistrust is mingled with the motivation of the taboo rules for the king. “The idea that early kingdoms are despotisms”, says Frazer[59], “in which the people exist only for the sovereign, is wholly inapplicable to the monarchies we are considering. On the contrary, the sovereign in them exists only for his subjects: his life is only valuable so long as he discharges the duties of his position by ordering the course of nature for his people’s benefit. So soon as he fails to do so, the care, the devotion, the religious homage which they had hitherto lavished on him cease and are changed into hatred and contempt; he is ignominiously dismissed and may be thankful if he escapes with his life. Worshipped as a god one day, he is killed as a criminal the next. But in this changed behaviour of the people there is nothing capricious or inconsistent. On the contrary, their conduct is quite consistent. If their king is their god he is or should be, also their preserver; and if he will not preserve them he must make room for another who will. So long, however, as he answers their expectations, there is no limit to the care which they take of him, and which they compel him to take of himself. A king of this sort lives hedged in by ceremonious etiquette, a network of prohibitions and observances, of which the intention is not to contribute to his dignity, much less to his comfort, but to restrain him from conduct which, by disturbing the harmony of nature, might involve himself, his people, and the universe in one common catastrophe. Far from adding to his comfort, these observances, by trammelling his every act, annihilate his freedom and often render the very life, which it is their object to preserve, a burden and sorrow to him.”
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Philosophy
Life Ends. Period.
Faulty psychic actions, dreams and wit are products of the unconscious mental activity, and like neurotic or psychotic manifestations represent efforts at adjustment to one’s environment.
The slip of the tongue shows that on account of unconscious inhibitions the individual concerned is unable to express his true thoughts; the dream is a distorted or plain expression of those wishes which are prohibited in the waking states, and the witticism, owing to its veiled or indirect way of expression, enables the individual to obtain pleasure from forbidden sources. But whereas dreams, witticisms, and faulty actions give evidences of inner conflicts which the individual overcomes, the neurotic or psychotic symptom is the result of a failure and represents a morbid adjustment.
The aforementioned psychic formations are therefore nothing but manifestations of the struggle with reality, the constant effort to adjust one’s primitive feelings to the demands of civilization. In spite of all later development the individual retains all his infantile psychic structures. Nothing is lost; the infantile wishes and primitive impulses can always be demonstrated in the grown-up and on occasion can be brought back to the surface. In his dreams the normal person is constantly reviving his childhood, and the neurotic or psychotic individual merges back into a sort of psychic infantilism through his morbid productions. The unconscious mental activity which is made up of repressed infantile material for ever tries to express itself. Whenever the individual finds it impossible to dominate the difficulties of the world of reality there is a regression to the infantile, and psychic disturbances ensue which are conceived as peculiar thoughts and acts. Thus the civilized adult is the result of his childhood or the sum total of his early impressions; psychoanalysis thus confirms the old saying: The child is father to the man.
It is at this point in the development of psychoanalysis that the paths gradually broadened until they finally culminated in this work. There were many indications that the childhood of the individual showed a marked resemblance to the primitive history or the childhood of races. The knowledge gained from dream analysis and phantasies[7], when applied to the productions of racial phantasies, like myths and fairy tales, seemed to indicate that the first impulse to form myths was due to the same emotional strivings which produced dreams, fancies and symptoms[8]. Further study in this direction has thrown much light on our great cultural institutions, such as religion, morality, law and philosophy, all of which Professor Freud has modestly formulated in this volume and thus initiated a new epoch in the study of racial psychology.
If I judge my readers’ impressions correctly, I dare say that after hearing all that was said about taboo they are far from knowing what to understand by it and where to store it in their minds. This is surely due to the insufficient information I have given and to the omission of all discussions concerning the relation of taboo to superstition, to belief in the soul, and to religion. On the other hand I fear that a more detailed description of what is known about taboo would be still more confusing; I can therefore assure the reader that the state of affairs is really far from clear. We may say, however, that we deal with a series of restrictions which these primitive races impose upon themselves; this and that is forbidden without any apparent reason; nor does it occur to them to question this matter, for they subject themselves to these restrictions as a matter of course and are convinced that any transgression will be punished automatically in the most severe manner. There are reliable reports that innocent transgressions of such prohibitions have actually been punished automatically. For instance, the innocent offender who had eaten from a forbidden animal became deeply depressed, expected his death and then actually died. The prohibitions mostly concern matters which are capable of enjoyment such as freedom of movement and unrestrained intercourse; in some cases they appear very ingenious, evidently representing abstinences and renunciations; in other cases their content is quite incomprehensible, they seem to concern themselves with trifles and give the impression of ceremonials. Something like a theory seems to underlie all these prohibitions, it seems as if these prohibitions are necessary because some persons and objects possess a dangerous power which is transmitted by contact with the object so charged, almost like a contagion. The quantity of this dangerous property is also taken into consideration. Some persons or things have more of it than others and the danger is precisely in accordance with the charge. The most peculiar part of it is that any one who has violated such a prohibition assumes the nature of the forbidden object as if he had absorbed the whole dangerous charge. This power is inherent in all persons who are more or less prominent, such as kings, priests and the newly born, in all exceptional physical states such as menstruation, puberty and birth, in everything sinister like illness and death and in everything connected with these conditions by virtue of contagion or dissemination.
First of all it must be said that it is useless to question savages as to the real motivation of their prohibitions or as to the genesis of taboo. According to our assumption they must be incapable of telling us anything about it since this motivation is ‘unconscious’ to them. But following the model of the compulsive prohibition we shall construct the history of taboo as follows: Taboos are very ancient prohibitions which at one time were forced upon a generation of primitive people from without, that is, they probably were forcibly impressed upon them by an earlier generation. These prohibitions concerned actions for which there existed a strong desire. The prohibitions maintained themselves from generation to generation, perhaps only as the result of a tradition set up by paternal and social authority. But in later generations they have perhaps already become ‘organized’ as a piece of inherited psychic property. Whether there are such ‘innate ideas’ or whether these have brought about the fixation of the taboo by themselves or by co-operating with education no one could decide in the particular case in question. The persistence of taboo teaches, however, one thing, namely, that the original pleasure to do the forbidden still continues among taboo races. They therefore assume an _ambivalent attitude_ toward their taboo prohibitions; in their unconscious they would like nothing better than to transgress them but they are also afraid to do it; they are afraid just because they would like to transgress, and the fear is stronger than the pleasure. But in every individual of the race the desire for it is unconscious, just as in the neurotic.
It seems like an obvious contradiction that persons of such perfection of power should themselves require the greatest care to guard them against threatening dangers, but this is not the only contradiction revealed in the treatment of royal persons on the part of savages. These races consider it necessary to watch over their kings to see that they use their powers in the right way; they are by no means sure of their good intentions or of their conscientiousness. A strain of mistrust is mingled with the motivation of the taboo rules for the king. “The idea that early kingdoms are despotisms”, says Frazer[59], “in which the people exist only for the sovereign, is wholly inapplicable to the monarchies we are considering. On the contrary, the sovereign in them exists only for his subjects: his life is only valuable so long as he discharges the duties of his position by ordering the course of nature for his people’s benefit. So soon as he fails to do so, the care, the devotion, the religious homage which they had hitherto lavished on him cease and are changed into hatred and contempt; he is ignominiously dismissed and may be thankful if he escapes with his life. Worshipped as a god one day, he is killed as a criminal the next. But in this changed behaviour of the people there is nothing capricious or inconsistent. On the contrary, their conduct is quite consistent. If their king is their god he is or should be, also their preserver; and if he will not preserve them he must make room for another who will. So long, however, as he answers their expectations, there is no limit to the care which they take of him, and which they compel him to take of himself. A king of this sort lives hedged in by ceremonious etiquette, a network of prohibitions and observances, of which the intention is not to contribute to his dignity, much less to his comfort, but to restrain him from conduct which, by disturbing the harmony of nature, might involve himself, his people, and the universe in one common catastrophe. Far from adding to his comfort, these observances, by trammelling his every act, annihilate his freedom and often render the very life, which it is their object to preserve, a burden and sorrow to him.”
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Society
The Hunger of a Teenager
Conscience is the inner perception of objections to definite wish impulses that exist in us; but the emphasis is put upon the fact that this rejection does not have to depend on anything else, that it is sure of itself.
This becomes even plainer in the case of a guilty conscience, where we become aware of the inner condemnation of such acts which realized some of our definite wish impulses. Confirmation seems superfluous here; whoever has a conscience must feel in himself the justification of the condemnation, and the reproach for the accomplished action. But this same character is evinced by the attitude of savages towards taboo. Taboo is a command of conscience, the violation of which causes a terrible sense of guilt which is as self-evident as its origin is unknown[89].
It is therefore probable that conscience also originates on the basis of an ambivalent feeling from quite definite human relations which contain this ambivalence.
It probably originates under conditions which are in force both for taboo and the compulsion neurosis, that is, one component of the two contrasting feelings is unconscious and is kept repressed by the compulsive domination of the other component. This is confirmed by many things which we have learned from our analysis of neurosis. In the first place the character of compulsion neurotics shows a predominant trait of painful conscientiousness which is a symptom of reaction against the temptation which lurks in the unconscious, and which develops into the highest degrees of guilty conscience as their illness grows worse. Indeed, one may venture the assertion that if the origin of guilty conscience could not be discovered through compulsion neurotic patients, there would be no prospect of ever discovering it. This task is successfully solved in the case of the individual neurotic, and we are confident of finding a similar solution in the case of races.
If I judge my readers’ impressions correctly, I dare say that after hearing all that was said about taboo they are far from knowing what to understand by it and where to store it in their minds. This is surely due to the insufficient information I have given and to the omission of all discussions concerning the relation of taboo to superstition, to belief in the soul, and to religion. On the other hand I fear that a more detailed description of what is known about taboo would be still more confusing; I can therefore assure the reader that the state of affairs is really far from clear. We may say, however, that we deal with a series of restrictions which these primitive races impose upon themselves; this and that is forbidden without any apparent reason; nor does it occur to them to question this matter, for they subject themselves to these restrictions as a matter of course and are convinced that any transgression will be punished automatically in the most severe manner. There are reliable reports that innocent transgressions of such prohibitions have actually been punished automatically. For instance, the innocent offender who had eaten from a forbidden animal became deeply depressed, expected his death and then actually died. The prohibitions mostly concern matters which are capable of enjoyment such as freedom of movement and unrestrained intercourse; in some cases they appear very ingenious, evidently representing abstinences and renunciations; in other cases their content is quite incomprehensible, they seem to concern themselves with trifles and give the impression of ceremonials. Something like a theory seems to underlie all these prohibitions, it seems as if these prohibitions are necessary because some persons and objects possess a dangerous power which is transmitted by contact with the object so charged, almost like a contagion. The quantity of this dangerous property is also taken into consideration. Some persons or things have more of it than others and the danger is precisely in accordance with the charge. The most peculiar part of it is that any one who has violated such a prohibition assumes the nature of the forbidden object as if he had absorbed the whole dangerous charge. This power is inherent in all persons who are more or less prominent, such as kings, priests and the newly born, in all exceptional physical states such as menstruation, puberty and birth, in everything sinister like illness and death and in everything connected with these conditions by virtue of contagion or dissemination.
First of all it must be said that it is useless to question savages as to the real motivation of their prohibitions or as to the genesis of taboo. According to our assumption they must be incapable of telling us anything about it since this motivation is ‘unconscious’ to them. But following the model of the compulsive prohibition we shall construct the history of taboo as follows: Taboos are very ancient prohibitions which at one time were forced upon a generation of primitive people from without, that is, they probably were forcibly impressed upon them by an earlier generation. These prohibitions concerned actions for which there existed a strong desire. The prohibitions maintained themselves from generation to generation, perhaps only as the result of a tradition set up by paternal and social authority. But in later generations they have perhaps already become ‘organized’ as a piece of inherited psychic property. Whether there are such ‘innate ideas’ or whether these have brought about the fixation of the taboo by themselves or by co-operating with education no one could decide in the particular case in question. The persistence of taboo teaches, however, one thing, namely, that the original pleasure to do the forbidden still continues among taboo races. They therefore assume an _ambivalent attitude_ toward their taboo prohibitions; in their unconscious they would like nothing better than to transgress them but they are also afraid to do it; they are afraid just because they would like to transgress, and the fear is stronger than the pleasure. But in every individual of the race the desire for it is unconscious, just as in the neurotic.
It seems like an obvious contradiction that persons of such perfection of power should themselves require the greatest care to guard them against threatening dangers, but this is not the only contradiction revealed in the treatment of royal persons on the part of savages. These races consider it necessary to watch over their kings to see that they use their powers in the right way; they are by no means sure of their good intentions or of their conscientiousness. A strain of mistrust is mingled with the motivation of the taboo rules for the king. “The idea that early kingdoms are despotisms”, says Frazer[59], “in which the people exist only for the sovereign, is wholly inapplicable to the monarchies we are considering. On the contrary, the sovereign in them exists only for his subjects: his life is only valuable so long as he discharges the duties of his position by ordering the course of nature for his people’s benefit. So soon as he fails to do so, the care, the devotion, the religious homage which they had hitherto lavished on him cease and are changed into hatred and contempt; he is ignominiously dismissed and may be thankful if he escapes with his life. Worshipped as a god one day, he is killed as a criminal the next. But in this changed behaviour of the people there is nothing capricious or inconsistent. On the contrary, their conduct is quite consistent. If their king is their god he is or should be, also their preserver; and if he will not preserve them he must make room for another who will. So long, however, as he answers their expectations, there is no limit to the care which they take of him, and which they compel him to take of himself. A king of this sort lives hedged in by ceremonious etiquette, a network of prohibitions and observances, of which the intention is not to contribute to his dignity, much less to his comfort, but to restrain him from conduct which, by disturbing the harmony of nature, might involve himself, his people, and the universe in one common catastrophe. Far from adding to his comfort, these observances, by trammelling his every act, annihilate his freedom and often render the very life, which it is their object to preserve, a burden and sorrow to him.”
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.
Mental Health
Disorders are the New Order
Faulty psychic actions, dreams and wit are products of the unconscious mental activity, and like neurotic or psychotic manifestations represent efforts at adjustment to one’s environment.
The slip of the tongue shows that on account of unconscious inhibitions the individual concerned is unable to express his true thoughts; the dream is a distorted or plain expression of those wishes which are prohibited in the waking states, and the witticism, owing to its veiled or indirect way of expression, enables the individual to obtain pleasure from forbidden sources. But whereas dreams, witticisms, and faulty actions give evidences of inner conflicts which the individual overcomes, the neurotic or psychotic symptom is the result of a failure and represents a morbid adjustment.
The aforementioned psychic formations are therefore nothing but manifestations of the struggle with reality, the constant effort to adjust one’s primitive feelings to the demands of civilization. In spite of all later development the individual retains all his infantile psychic structures. Nothing is lost; the infantile wishes and primitive impulses can always be demonstrated in the grown-up and on occasion can be brought back to the surface. In his dreams the normal person is constantly reviving his childhood, and the neurotic or psychotic individual merges back into a sort of psychic infantilism through his morbid productions. The unconscious mental activity which is made up of repressed infantile material for ever tries to express itself. Whenever the individual finds it impossible to dominate the difficulties of the world of reality there is a regression to the infantile, and psychic disturbances ensue which are conceived as peculiar thoughts and acts. Thus the civilized adult is the result of his childhood or the sum total of his early impressions; psychoanalysis thus confirms the old saying: The child is father to the man.
It is at this point in the development of psychoanalysis that the paths gradually broadened until they finally culminated in this work. There were many indications that the childhood of the individual showed a marked resemblance to the primitive history or the childhood of races. The knowledge gained from dream analysis and phantasies[7], when applied to the productions of racial phantasies, like myths and fairy tales, seemed to indicate that the first impulse to form myths was due to the same emotional strivings which produced dreams, fancies and symptoms[8]. Further study in this direction has thrown much light on our great cultural institutions, such as religion, morality, law and philosophy, all of which Professor Freud has modestly formulated in this volume and thus initiated a new epoch in the study of racial psychology.
If I judge my readers’ impressions correctly, I dare say that after hearing all that was said about taboo they are far from knowing what to understand by it and where to store it in their minds. This is surely due to the insufficient information I have given and to the omission of all discussions concerning the relation of taboo to superstition, to belief in the soul, and to religion. On the other hand I fear that a more detailed description of what is known about taboo would be still more confusing; I can therefore assure the reader that the state of affairs is really far from clear. We may say, however, that we deal with a series of restrictions which these primitive races impose upon themselves; this and that is forbidden without any apparent reason; nor does it occur to them to question this matter, for they subject themselves to these restrictions as a matter of course and are convinced that any transgression will be punished automatically in the most severe manner. There are reliable reports that innocent transgressions of such prohibitions have actually been punished automatically. For instance, the innocent offender who had eaten from a forbidden animal became deeply depressed, expected his death and then actually died. The prohibitions mostly concern matters which are capable of enjoyment such as freedom of movement and unrestrained intercourse; in some cases they appear very ingenious, evidently representing abstinences and renunciations; in other cases their content is quite incomprehensible, they seem to concern themselves with trifles and give the impression of ceremonials. Something like a theory seems to underlie all these prohibitions, it seems as if these prohibitions are necessary because some persons and objects possess a dangerous power which is transmitted by contact with the object so charged, almost like a contagion. The quantity of this dangerous property is also taken into consideration. Some persons or things have more of it than others and the danger is precisely in accordance with the charge. The most peculiar part of it is that any one who has violated such a prohibition assumes the nature of the forbidden object as if he had absorbed the whole dangerous charge. This power is inherent in all persons who are more or less prominent, such as kings, priests and the newly born, in all exceptional physical states such as menstruation, puberty and birth, in everything sinister like illness and death and in everything connected with these conditions by virtue of contagion or dissemination.
First of all it must be said that it is useless to question savages as to the real motivation of their prohibitions or as to the genesis of taboo. According to our assumption they must be incapable of telling us anything about it since this motivation is ‘unconscious’ to them. But following the model of the compulsive prohibition we shall construct the history of taboo as follows: Taboos are very ancient prohibitions which at one time were forced upon a generation of primitive people from without, that is, they probably were forcibly impressed upon them by an earlier generation. These prohibitions concerned actions for which there existed a strong desire. The prohibitions maintained themselves from generation to generation, perhaps only as the result of a tradition set up by paternal and social authority. But in later generations they have perhaps already become ‘organized’ as a piece of inherited psychic property. Whether there are such ‘innate ideas’ or whether these have brought about the fixation of the taboo by themselves or by co-operating with education no one could decide in the particular case in question. The persistence of taboo teaches, however, one thing, namely, that the original pleasure to do the forbidden still continues among taboo races. They therefore assume an _ambivalent attitude_ toward their taboo prohibitions; in their unconscious they would like nothing better than to transgress them but they are also afraid to do it; they are afraid just because they would like to transgress, and the fear is stronger than the pleasure. But in every individual of the race the desire for it is unconscious, just as in the neurotic.
It seems like an obvious contradiction that persons of such perfection of power should themselves require the greatest care to guard them against threatening dangers, but this is not the only contradiction revealed in the treatment of royal persons on the part of savages. These races consider it necessary to watch over their kings to see that they use their powers in the right way; they are by no means sure of their good intentions or of their conscientiousness. A strain of mistrust is mingled with the motivation of the taboo rules for the king. “The idea that early kingdoms are despotisms”, says Frazer[59], “in which the people exist only for the sovereign, is wholly inapplicable to the monarchies we are considering. On the contrary, the sovereign in them exists only for his subjects: his life is only valuable so long as he discharges the duties of his position by ordering the course of nature for his people’s benefit. So soon as he fails to do so, the care, the devotion, the religious homage which they had hitherto lavished on him cease and are changed into hatred and contempt; he is ignominiously dismissed and may be thankful if he escapes with his life. Worshipped as a god one day, he is killed as a criminal the next. But in this changed behaviour of the people there is nothing capricious or inconsistent. On the contrary, their conduct is quite consistent. If their king is their god he is or should be, also their preserver; and if he will not preserve them he must make room for another who will. So long, however, as he answers their expectations, there is no limit to the care which they take of him, and which they compel him to take of himself. A king of this sort lives hedged in by ceremonious etiquette, a network of prohibitions and observances, of which the intention is not to contribute to his dignity, much less to his comfort, but to restrain him from conduct which, by disturbing the harmony of nature, might involve himself, his people, and the universe in one common catastrophe. Far from adding to his comfort, these observances, by trammelling his every act, annihilate his freedom and often render the very life, which it is their object to preserve, a burden and sorrow to him.”
Excerpts from Totem and Taboo by Sigmund Freud.